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L’ha detto Pino

Gli esordi.

“Il mio primo quadro rappresentava un bosco; ma gli altri che seguirono furono quasi tutti di figura. Sono andati dispersi, purtroppo: per lo più regalati ad amici occasionali”.

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La guerra.

“Mi facevano raccogliere i morti […], lavarli con la pompa uno per uno […], stenderli nelle casse e inchiodarle. E stato un trauma per me. Diventai adulto all’improvviso, passando da un mondo di sogni alla realtà più tragica”.

 

Venezia.

“Il giorno del mio arrivo ho camminato per ore e ore, con la valigetta in mano. Ero stregato. Non ho avuto un attimo di esitazione: questa è la mia città, mi sono detto. Ho trovato una camera in affitto in calle della Testa e ho cominciato a essere veneziano. Scoprivo improvvisamente che quella era la città che avevo sempre sognato. Essa mi si presentava sotto due aspetti: quello di un grande palcoscenico, di una scenografia totale, che investiva la vita stessa; e quello della dimensione culturale. Per uno come me, che proveniva dall’ambiente provinciale emiliano, il trovarsi improvvisamente in mezzo alla cultura cosmopolita di Venezia è stata un’esperienza eccitante. Sentivo il bisogno, io che non ho potuto fare studi regolari, della vera cultura, vissuta e non soltanto intravista”.

 

Dipingere Venezia.

“Per un anno non sono riuscito nemmeno a impostare un quadro su Venezia. Ho cominciato partendo da lontano, magari dai paesaggi ‘poveri’ dell’estuario, di Burano. Soltanto dopo è venuta fuori la mia Venezia: ho dovuto covare, ripeto, per un anno intero”.

 

Gli astrattisti, gli informali.

“Questi artisti non interessavano né me né i miei amici, talmente radicate erano le nostre convinzioni figurative. Noi volevamo raccontare”.

 

La vita di pittore (1962, tavola rotonda al “Gazzettino” di Venezia):

“Nel campo specifico della pittura, nei miei continui contatti con le gallerie, per mostre e manifestazioni, ho riscontrato l’esistenza di una grande confusione. Numerose persone abbastanza furbe stanno sfruttando in modo impressionante questa situazione. Io credo che il fenomeno possa rientrare nei limiti della grossa piaga che affligge tutto il mondo, non soltanto l’Italia: la piaga intellettuale, che può anche essere definita intellettualismo. Forse influisce anche una situazione politica tutta nostra, e cioè questa ‘non coscienza’ che ha il cosiddetto uomo della strada; centra forse la situazione poetica dell’uomo con-temporaneo, il quale rimane alla superficie delle cose […]. Negli ultimi mesi abbiamo constatato anche che esiste il boom della pittura: si è arrivati a cifre spaventose, favolose, come dimostrano le aste di Milano e Torino, dove i mezzi miliardi sono all’ordine del giorno”.

 

Venezia.
…è rimasta un grande amore.

 

Preganziol.
…mi fa bene. La campagna favorisce il mio stile di vita.

 

La Spagna.
…è la gioia di vivere all’aperto, in gennaio, con venti gradi di temperatura.

 

Artisti impegnati e artisti “sciolti”.
… Io vedo le cose da un’altra focale. Ci sono dei valori che emergono. Oggi molta gente corre solo per motivazioni politiche. In questa situazione un artista senza partito si trova tagliato fuori e non può influire… Ma la parola artista non mi piace: artigiano mi piace di più.

 

Le lettere a casa dalla Spagna:
Arcos, 1.2.69- Sto disegnando con l’inchiostro di china di molti colori e tempera. Sto tentando un nuovo modo. Dovevo andare da Delgado ma la giornata è volata con il disegno. Del resto preferisco dare corso all’impulso più immediato. […] Ho scoperto una zona in cui non ero mai stato e che è bellissima, dove dipingerò molto…
19-2.69- Oggi ho lavorato moltissimo, tutte cose di figura che vengono fuori dai disegni e dalle impressioni dirette che ho con la “calle”. Mi sembrano cose nuove e con idee nuove soprattutto… Ho disegnato tutto il pomeriggio con quella nuova maniera mista a olio-tempera, e vengono fuori tante idee.
Arcos de la Frontera. Proprio oggi pensavo che non ho mai dato fondo alle emozioni di Spagna. Chissà perché, forse questa è stata l’occasione in cui sono stato più dentro alle cose…
Ecija, 27.2.69 ore 1230. Oggi 3 tele, mi sembrano molto buone. Quello che ti fa ammattire è la luce, il sole. Ma mi sembra di essere vicino…
8 marzo 69- A Cordoba ho anche il museo de Toros in programma…
Ecija, 9 marzo 69- Oggi una giornata stupenda di sole, quasi estiva. Mattino in esplorazione. Non ho mai visto un posto così in Spagna. Di una bellezza incredibile. Ho già trovato un “muchacho” per venire con me. Mi porta la cassetta e le tele. […] Solo un complimento con me stesso per il fiuto (come i cani da caccia) a percepire i posti che sono buoni per dipingere. Tutta la mattina sono stato in giro a disegnare. Una cosa fantastica! …
San Fernando, Cadice 71. Sono un po’ stanco e un po’ felice perché lavoro molto. Mi son fermato a Medina Sidonia, 3 tele! e un mucchio di disegni. Faccio la spola tra questi paesi e San Fernando dove il bravo Puja mi aiuta a scaricare la macchina e mi fa preparare una bella cena. […] Andrò anche a Vejer de la Frontera. Che basta girare il cavalletto e ogni facciata è un quadro…
Mojacar (Almeria) 24 genn. 71. Ieri ho dipinto 3 tele a Bedar, un paese su una montagna dove il tempo si è fermato 2 o 3 secoli fa. Questa è una delle province più povere della Spagna. Così in questi paesi di 300-400 persone non si vede nessuno, solo qualche vecchio e cani

[…]. Così si lavora in modo stupendo. […] Ho facto un vagone di disegni. Ma mi interessano i quadri ad olio […]. Mojacar è molto strana, completamente araba con le case a cubo e con il tetto a semisfera, tutte una sopra l’altra. Vicino, sulla costa, c’è un paese, Garruca, con un porto di pescherecci. Ho fatto molti disegni di barche…
Ubeda, 24 marzo ’71. Ubeda l’ho rivista dopo tanti anni; è sempre stupenda. Hanno restaurato un po’, ma il centro è sempre uguale, silenzioso e deserto, le sole cose “umane” sono “los perros”. Così lavoro con più tranquillità per le calle. […] Qua ritrovi la Spagna di tanti anni fa…
Ubeda 25 marzo ’71. Questa mattina sono andato a rivedermi Baeza, è vicina: 8 km, una Firenze piena di monumenti inestimabili quasi tutti in rovina […]. Ho ritrovato i cani e il silenzio assoluto, quei cani di Spagna, ricordi? Non vedi nessuno, solo questi cani vagabondi […]. Però domani ritorno a Cordoba, ho paura che l’altitudine sia troppa e non mi sia di danno proprio ora che sto benino e scoppio di gioia di vivere…
Ubeda. Ieri ho ritrovato i contadini che tornano dal campo col “burro” e il “perro”. Una figura antica, senza tempo, in un paesaggio fortissimo, le case sono di pietra gialla (non c’è il bianco di Cordoba) contro un cielo azzurro. Ad ogni modo, vedrai cosa sto facendo: mistero! …
Cordoba 27 marzo 71. Con la macchina ho fatto un salto a Medina Azhara (le rovine della città moresca, ricordi?). Anche qui una miniera per disegni e quadri…
Madrid 14 sett. 76. Ho fatto una sosta e sono qui […] a vedermi un po’ di musei. […] Forse farò una mostra a Madrid. […] La galleria è buona. […] Ero tentato di fermarmi per dipingere o pensare. Ma il tempo corre e voglio anche tornare a casa da voi.
Cordova 13.1.85. …Ci sono tante cose già difficili e bisognerebbe eliminare un po’ di questo nervosismo. Mi sono reso conto che moltissime volte […], un mio lato carente, di non dare una mano in questo campo. Ma so anche vedere dentro a molti problemi e analizzarli. Penso che lo stesso lavoro silenzioso lo facciano un po’ tutti. Si lotta per vivere. E si può farlo senza tanti teatri. Molte volte il silenzio è segno di una maggiore responsabilità e maturità. Bene. Non parlerò più di queste cose. Negli ultimi tempi ho passato una stagione abbastanza difficile. Forse una maggior aderenza alle cose della vita. Però sono cambiato. La cosa che mi preoccupa di più è la solitudine. E un senso inesprimibile, non sai cosa sia, ma te la senti addosso. Però ti assicuro che sto lottando come se avessi 20 anni. Sicuramente verranno giorni migliori, oppure tutto rimarrà com’è. Io a modo mio sono sereno…

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