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Biografia

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Biografia Completa

1928 – 1951

DALLA NASCITA ALL’ADOLESCENZA – DALLA SICILIA ALLA GUERRA

Giuseppe Gambino (“Pino”) nasce il 6 ottobre 1928 a Vizzini (Catania) da Agata Linguanti e da Carmelo Gambino. Il lavoro del padre, dipendente pubblico e poi segretario alla Sovrintendenza alle Belle Arti, porterà la famiglia a trasferirsi in varie città d’arte italiane e a dimorare spesso nei luoghi presso cui egli lavora.
Al secondo anno di vita di Giuseppe, per necessità di lavoro la famiglia Gambino si trasferisce a Roma e successivamente a Verona, per poi spostarsi nel 1930 a Mantova presso il palazzo Ducale, nel cui ambito la famiglia verrà ospitata per 9 anni.
Il 1939 vedrà la volta della Galleria Estense di Modena, luogo in cui Carmelo Gambino è chiamato a lavorare e dove si trasferisce, assieme alla famiglia, fino al 1943.
Nel 1944, in piena guerra, i Gambino si spostano a Guiglia, sull’Appennino Modenese. Ancora una volta la loro residenza coincide con la sede di lavoro del padre: il Castello Montecuccoli, dove Carmelo assiste Pietro Zampetti, il responsabile della tutela del patrimonio artistico nell’allestimento del deposito di opere d’arte “sfollate” da Modena e da altri centri dell’Emilia e del Piemonte per preservarle dal rischio di bombardamenti.
È questo il periodo a cui risalgono i primi disegni e i primi dipinti di Giuseppe, come testimonia lo stesso Zampetti: «Il padre a sua insaputa, mi mostrava di tanto in tanto quei fogli: creati senza compiacimenti, essi apparvero messaggio diretto d’una coscienza che scopriva il mondo e lo sentiva vero, ben oltre quell’inferno in cui si era venuto a trovare. Mi sembrò incredibile come, senza maestri, riuscisse ad esprimersi con tanta sicurezza e capacità di comunicazione»
Nel frattempo la zona diventa teatro di scontri sanguinosi tra partigiani e truppe tedesche, e Giuseppe viene inviato da quest’ultime in un campo di lavoro vicino alla Linea Gotica, dove è costretto a raccogliere i corpi dei caduti e lavarli uno ad uno per poi ricomporli nelle bare.

La psiche ed il fisico del giovane Pino si indeboliscono a tal punto che il ragazzo deve essere ricoverato in sanatorio. Questa degenza forzata, insopportabile per un sedicenne come lui, lo spinge diverse volte ad uscire di nascosto e a recarsi a ballare nelle rare balere di quel tempo, dove oltre allo svago poteva trovare temi e motivi per i suoi disegni, eseguiti sempre a memoria in un momento successivo.
Per i cinque anni successivi alla guerra, fino al 1950, Giuseppe passa da un sanatorio all’altro. Tra i nomi ricordati vi sono quelli di Gaiato e Pavullo nel Frignano.

1951 – 1956

LA SCELTA DI ESSERE PITTORE: DALLA GUERRA ALLA RINASCITA

Nel 1951 la famiglia Gambino fa ritorno in Sicilia, stabilizzandosi dapprima a Catania e poi a Monreale.
È qui che, nel 1952, Giuseppe espone per la prima volta i suoi quadri in una personale all’Hotel Savoia.
Guarito dalla malattia contratta al tempo della guerra grazie ad un devastante intervento di lobotomia polmonare, inizia a sentire i confini siciliani sempre più stretti.
Nello stesso anno partecipa quindi a delle collettive nelle città di Pavullo e a Sassuolo, situate nel modenese.

Dopo numerosi soggiorni in varie città italiane tra cui Modena e Milano, nel 1953 Giuseppe si trasferisce a Bologna dove lavora per un breve periodo in una tipografia.
È qui che avviene un incontro che si rivelerà fruttuoso: la conoscenza del pittore Nino Caffè, a quel tempo interessato in grafica pubblicitaria, gli permette non solo di apprendere quella tecnica ma anche di entrare ufficialmente nel mondo dell’arte.
Nel 1954 il primo viaggio a Venezia. Giuseppe ne resta subito folgorato: “Ricordo il giorno del mio arrivo: ho camminato per ore e ore, con la valigetta in mano. Ero stregato. Non ho avuto un attimo di esitazione: questa è la mia città, mi sono detto. Ho trovato una camera in affitto in Calle della Testa ed ho cominciato ad essere veneziano.”
Continuerà a considerarla tale anche una volta trasferitosi in terra ferma, a Preganziol.

Qui segue i corsi della Scuola Libera del Nudo di Guido Cadorin all’Accademia delle Belle Arti; conosce artisti pressoché coetanei (Saverio Barbaro, Renato Guttuso, Alberto Gianquinto, Tancredi Parmeggiani) e incontra personaggi chiave del mondo dell’arte quali Guido Perocco, Giuseppe Mazziarol e Diego Valeri.
Ritrova Pietro Zampetti, passato a Venezia come direttore delle Belle Arti, che gli organizza la personale alla Bevilacqua La Masa, consacrandolo “pittore veneziano”.
Nel 1956 è invitato alla Biennale con tre opere – partecipazione destinata ad essere l’unica della sua vita.

1957 – 1975

LA MATURITÀ ARTISTICA: DALLA SCELTA ALLA CONFERMA DI UNA NUOVA INTERPRETAZIONE

Dopo il primo viaggio in Spagna del 1957 – un altro innamoramento senza limiti – l’anno successivo Giuseppe Gambino ritorna a Venezia e conosce Gladys Lloyd Robinson una ricca collezionista americana che acquista un numero considerevole dei suoi quadri che farà esporre al California Palace of the Legion of Honor a San Francisco. Ne segue un fortunato rapporto con la ricca clientela americana.
Nel 1959 Gambino partecipa a numerose esposizioni collettive in Europa e alla VII quadriennale di Roma dove espone tre quadri: Composizione, Paesaggio, Paesaggio.
In concomitanza e polemica con la XXX Biennale Internazionale di Venezia viene allestita la mostra “Sette Pittori d’Oggi” alla quale Gambino partecipa assieme a Gianquinto, Borsato, Barbaro, Paolucci, Licata, Magnolato. La mostra era stata organizzata da Zampetti e Perocco come protesta contro il rifiuto della stessa Biennale di ammettere opere di matrice figurativa.
Nel 1963 si trasferisce a Preganziol (Treviso) in un antico fienile del Cinquecento che restaurerà lui stesso. Qui si può dedicare alla pittura nell’atelier che tuttora è conservato intatto.
Negli anni a seguire compra casa anche a Cordova dove, in alternanza con Roma, risiede nei mesi invernali.
È proprio durante queste “migrazioni” romane che Gambino fa conoscenza del Maestro Giorgio De Chirico.

1976 – 1997

LA LIBERTÀ ARTISTICA

Nel 1976 Giuseppe Gambino esordisce come scenografo e costumista nei “Quattro Rusteghi” di Ermanno Wolf-Ferrari per i Teatri Verdi di Padova e Comunale di Treviso.
A partire dalla fine degli anni ’80 le sue condizioni fisiche iniziano a peggiorare, partecipando sempre meno a incontri e manifestazioni artistiche fino ad astenersene totalmente a metà degli anni Novanta.

Muore a Vittorio Veneto il 7 gennaio 1997.

1997 – OGGI

DOPO L’ARTISTA

L’11 Maggio 2001 viene costituita a Preganziol l’Associazione Amici di Giuseppe Gambino.
L’8 dicembre dello stesso anno il Comune di Preganziol inaugura la “Piazza Giuseppe Gambino, pittore (1928-1997)”.

Istituito e patrocinato dal comune di Preganziol nel 2000, il Premio Nazionale di pittura Giuseppe Gambino è dal 2014 organizzato dall’Associazione Culturale C.A.T di Venezia, che ne ha rilanciato il nome collocandolo tra i più prominenti premi di pittura italiana.

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